Le distorsioni cognitive: Cosa sono e come trattarle

Autore: Marta Granato , 16/11/2023 (719 vista)
Sviluppo personale, Crolli emotivi, Bassa autostima
Le distorsioni cognitive:
Cosa sono e come trattarle

il cervello elabora le informazioni tramite strategie di pensiero e pensieri automatici, che portano a confermare le credenze, ovvero ciò che pensiamo e ci aspettiamo da noi stessi e dagli altri, e la loro valutazione.

Il disagio mentale, secondo la prospettiva cognitiva, è attribuibile a schemi cognitivi disfunzionali, tra cui le convinzioni centrali e i pensieri automatici, e alle distorsioni cognitive, le quali riguardano pensieri negativi o irrazionali.

Quindi, il cervello elabora le informazioni tramite strategie di pensiero e pensieri automatici, che portano a confermare le credenze, ovvero ciò che pensiamo e ci aspettiamo da noi stessi e dagli altri, e la loro valutazione.

I pensieri sono spesso ricchi di errori logici e tali errori dominano il set cognitivo della persona, che li applica ciecamente a gran parte dei dati in entrata. Infatti le "distorsioni cognitive” sono i modi attraverso i quali la nostra mente ci convince di qualcosa al di là che sia vero o no, sono processi psicologici viziati che ci portano a interpretare in maniera disadattiva gli eventi che ci accadono ed per questo motivo che possiamo definirli “autoinganni della mente”,  un prodotto del sistema di convinzioni individuale. Esse sono sempre al lavoro e agiscono sulla realtà oggettiva, mutandola e plasmandola in realtà soggettiva così che le differenze tra mondo oggettivo e soggettivo vengano meno.

Poiché il rapporto tra pensiero-comportamento-emozione è diretto e l’uno agisce sull’altro modificandolo, le distorsioni cognite sono responsabili di cambiamenti emozionali e di messa in atto di conseguenti comportamenti disfunzionali. Le emozioni che generalmente vengono elicitate dagli errori cognitivi sono la tristezza, l’ansia, la rabbia e la frustrazione, che possono portare ad un abbassamento dell’autostima e del tono dell’umore, demotivazione, problemi di gestione dell’ansia e difficoltà nelle relazioni interpersonali e professionali.

Gli errori cognitivi non sono tipici di un disturbo psicologico ma sono invece diffusi e caratteristici nel funzionamento mentale normale.

L’aspetto disfunzionale è determinato dalla presenza di molte distorsioni cognitive, dalla frequenza della comparsa e il grado in cui tali procedure sostituiscono il ragionamento realistico e funzionale del soggetto, che  potrebbero rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi psicologi ed è per questo che è importante prenderne consapevolezza e riconoscerne gli effetti.

Una delle distorsioni cognitive maggiormente diffuse è la Doverizzazione, nella quale ci si autoimpongono delle regole rigide e severe su come le cose dovrebbero essere fatte o su come dovrebbero andare. Questo errore cognitivo subisce in parte il retaggio culturale che tende a riempire, sin da piccoli, le persone di doveri, assumendoli in modo acritico. Per questa ragione utilizziamo in modo automatico tale distorsione per giudicare noi stessi, gli altri e il mondo, tramite l’uso di parametri soggettivi che vengono valutati come oggettivi. Quando capita di sperimentare il senso di colpa  per aver fatto o non aver fatto qualcosa che si sarebbe dovuto o non dovuto fare, bisognerebbe provare a sostituire il “dovere” con il “preferire” , in quanto la maggior parte dei doveri sono scritti solo nella nostra esperienza educativa.

É molto frequente pensare che le nostre emozioni, i nostri sentimenti o le nostre azioni dipendano principalmente dagli altri. Inizialmente nella Colpevolizzazione il locus of control esterno potrebbe generare un forma di giovamento, ma successivamente potrebbe far entrare all’interno di un circolo vizioso, nel quale ci si sente impotenti davanti agli eventi e di conseguenza sentirsi trasportati da essi, senza riuscire a dirigerli.    

La colpevolizzazione si può  presentare anche con  errore cognitivo differente, infatti le persone possono tendere o ad attribuirsi la colpa per eventi che non ricadono sotto il loro controllo.         

Tra le distorsioni maggiormente frequenti troviamo anche la catastrofizzazione, nella quale si tende ad anticipa la peggiore situazione possibile. Ciò potrebbe sembrare utile per prepararsi psicologicamente nel caso in cui davvero dovesse esserci un esito negativo degli eventi, ma nell’ipotesi remota che accada ogni volta l’esito peggiore, l’attesa stessa dell’esito genera sofferenza.

Alcune volte invece, gli eventi vengono valutati in forma estrema, racchiusi all’interno di una categoria. In questo caso il Pensiero Dicotomico fa si che  si veda solamente una sola faccia della medaglia. Proprio per questa ragione sarebbe consigliabile provare a pensare lungo un continuum e provare a collocare i pensieri al suo interno, in modo da riuscire a prendere in considerazione non solo il bianco o il nero ma anche le sfumature di grigi che si trovano nel mezzo.

Un processo simile avviene nella Valutazione Globale, in quanto le sfumature vengono tralasciate e si etichettano in modo generico gli eventi. Per rendere più chiaro il concetto, lo si può pensare come una riduzione del reale ad una immagine monocolore, dove aumenta la semplicità di definizione, ma si annulla la capacità di comprensione.

Altre volte si può giungere, invece, ad una conclusione generale partendo da un episodio particolare. Questa tipologia di distorsione cognitiva è conosciuta con il termine Generalizzazione Eccessiva. Nello specifico consiste nel prendere un aspetto di una situazione o di una persona ed estenderlo alla situazione o alla persona nel suo complesso, facendo in modo che si ignorano gli aspetti utili all’orientamento delle esperienze e delle decisioni. L’annotare le generalizzazioni a posteriori e confrontarle con la realtà risulterebbe essere un processo di pensiero alternativo utile a far scoprire che ciò che accade di negativo non sempre riaccadrà.

L’Attenzione Selettiva è, invece, una distorsione che si basa sulla necessità del cervello di selezionare stimoli provenienti dall’ambiente e consiste nel porre attenzione solo ad un aspetto dell’evento. Quindi, come se fosse presente un filtro mentale, fa si che non vengano considerate tutte le informazioni a disposizione. Vengono, infatti, ignorati gli aspetti positivi, benché presenti, dando importanza solo agli aspetti negativi, i quali tendono ad amplificare le emozioni e non permettono di vivere con serenità. Un pensiero alternativo che si potrebbe mettere in atto, è il pensare agli aspetti positivi quando accade qualcosa di negativo, in questo modo sarà possibile modificare l’atteggiamento per fronteggiare l’accaduto.

Sicuramente, essendo pensieri automatici, non si riesce sempre facilmente a distaccarsi da essi, poiché si potrebbero creare degli schemi cognitivi, ovvero delle strutture che indirizzano il soggetto nell’attribuzione di significato degli eventi.

Una maggiore consapevolezza ed un distacco dalle distorsioni potrebbe essere un punto di partenza per intraprendere un lavoro attivo, tramite l’identificazione delle alternative razionali ai contenuti cognitivi disadattavi e quindi la sostituzione del pensiero disfunzionale con il  pensiero funzionale.

Infine se le distorsioni cognitive generano un disagio psicologico è importante chiedere sostegno a psicologi professionisti e psicoterapeuti, in modo da riuscire ad identificare gli schermi di pensiero, analizzarne le cause, rivalutare e ridefinire il problema,  e sviluppare delle strategie adattive per affrontarle.

 

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